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E’ uno stage sul movimento corporeo condotto da Marta Ferri, già insegnante all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e al Centro Sperimentale di Cinematrografia e creatrice di coreografie e movimenti mimici per l’opera lirica sulla scena internazionale.
Il “Teatro senza parole” è nato in Francia per giovani di nazionalità diverse, che hanno trovato nello stage un modo per imparare, esprimersi in un linguaggio nuovo ed internazionale. Offre uno sguardo su diverse tecniche che sostengono la recitazione corporea: il mimo, la commedia dell’arte, la clownerie, la giocoleria, la danza, il combattimento. Un approccio ludico ed elementare per scoprire ad ogni lezione un personaggio nuovo.

Il clown rosso ed il clown bianco, due tipologie caratteriali e fisiche: chini sulle gambe, dinoccolati, dal passo insicuro, allegri, piagnoni, oppure eretti, austeri, rigidi e inflessibili, due atteggiamenti opposti che fanno parte di noi e che seppur nascosti in qualche angolo misterioso della nostra esistenza, possono essere scoperti e portati alla luce da quella potentissima magia che è la finzione, mostrandoci ciò che non eravamo mai stati e che neanche avremo mai pensato di essere.

Giorgio Boris Vecchio presenta il suo workshop così: La maschera più piccola : il naso rosso del clown..
Abbiamo il diritto di essere buffi o sciocchi o molto intelligenti, abbiamo il diritto di non sapere che fare, né che dire, abbiamo il diritto di ridere dei propri difetti ..ma i più grandi sentimenti sono in noi. Il clown è la nostra umanità profonda.
L’arte del clown non è solo una professione ma uno stile di vita che implica la comprensione delle emozioni, della sensibilità, della passione, del pathos e di tutto quello che il cuore ci comunica.
Il seminario si articolerà attraverso un’attiva partecipazione al gioco, esercizi d’improvvisazione e esperienze sensoriali, combinati con un’introduzione alla formula comica e alla sua diretta applicazione nel lavoro dell’attore.
Attraverso l’uso di giochi diversificati, attività fisica, improvvisazioni e interpretazioni ogni partecipante troverà la sua
personale comicità, innocenza e la logica del personaggio che sono gli ingredienti fondamentali della formula del Clown. In un contesto in cui domina il gioco viene a stabilirsi un rapporto di totale fiducia all’interno del gruppo di lavoro. Ciò stimola i partecipanti a ritrovare un’innocenza dimenticata.
Il Clown è un “tipo sociale” che appartiene a tutti gli ambiti della vita. Il momento della performance, in teatro o al circo, è probabilmente la situazione più comune attraverso la quale conosciamo i Clowns: ma è la meno importante.
Il primo e fondamentale presupposto che ci permette di rivelare il nostro Clown personale è la conoscenza della formula comica e la riscoperta del “proprio Clown”. Ciascuno di noi ha sempre avuto e sempre avrà un “proprio Clown” ma per rianimarlo è necessario desiderare semplicemente di riafferrare la nostra infanzia per non perderla più di vista in qualunque momento della nostra vita.
Il Laboratorio IL SUONO DELLA POESIA intende permettere la conoscenza e lo sviluppo del senso artistico attraverso la parola, coinvolgendo il corpo e la voce ed è finalizzato alla creazione di atti scenici autonomi, individuali o collettivi, che abbiano come contenuto e come “copione” la parola poetica. Il progetto è diretto e condotto da Giuseppe Boy. Nel corso del lavoro verranno affrontati i seguenti argomenti:
– Conoscenza e analisi delle poesie;
– Esercizi di apprendimento della vocalità e relazioni col corpo;
– Rudimenti di ritmo e melodia;
– Esercizi di lettura creativa della poesia;
– Interazione emozionale, musicale e interpretativa della poesia;
– Esercizi di lettura e interpretazione collettiva.

Ogni partecipante deve portare una poesia, preferibilmente memorizzata, su cui baserà il proprio lavoro
Lo stage si articolerà in 3 incontri per un totale di 15 ore d’insegnamento.